venerdì 24 ottobre 2008

L'ALLUCINANTE STORIA DI ALBERT DE SALVO LO STRANGOLATORE DI BOSTON




In alcuni momenti in me prendeva il sopravvento una spinta che mi obbligava ad andare in case dove non ero mai stato,a cercare donne che non avevo mai visto,per violentarle e ucciderle.Era come vivere in un sogno,poi nella mente restavano solo ricordi nebulosi.....E se la polizia non mi individuava,se non riusciva a capire come agivo,quale metodo seguivo,era per la semplice ragione che non lo sapevo neppure io.Queste parole ALBERT DI SALVO,"lo strangolatore di boston"le disse nella sua lunga confessione a JOHN BOTTOMLY, l'assistente del procuratore generale dello stato del massachussetts che segui' quel clamorosocaso,e sintetizzano l'imprevedibilita' e l'assurdita' di una lunga catena di omicidi del tutto casuali,e l'impotenza delle forze di polizia,di fronte a un anonimo mostro mimetizzato tra la gente comune.Tra il 14 giugno del 1962 e il 4 gennaio del 1964 a boston e nei dintorni della citta' furono aggredite,violentate e uccise tredici donne,di un eta' compresa tra i 19anni e gli 85 anni,anche se gli investigatori inizialmente attribuirono allo strangolatore solo undici di questi delitti.Le indagini non approdarono a nulla,nonostante l'impegno della polizia locale e dell'fbi.E quando il colpevole fini' nelle mani della giustizia,in maniera casuale,se da un lato si rese conto con imbarazzo che dati i suoi precedenti avrebbe dovuto essere stato incluso fin dall'inizio nella lista dei sospettati,dall'altro si constato' che non esistevano prove concrete e inconfutabili a suo carico,cera solo la sua spontanea confessione.Ma trattandosi di un individuo che gli psichiatri avevano dichiarato inferme di mente,quella confessione non aveva un valore legale.Il primo delitto venne commesso giovedi' 14giugno del 1962.Era un giorno di festivo,quello del flagday,la ricorrenza dell'adozione della bandiera americana.Quel pomeriggio JURIS SLESERS,una giovane di 25 anni di origine lettone,raggiunse la casa della madre anna in gainsborough street,per accompagnarla a una funzione religiosa.Dopo aver insistentemente suonato il campanello,senza ottenere risposta,jarvis incomincio a preoccuparsi.ANNA SLESERS, 55 anni,impiegata,era una donna meticolosa,precisa e puntuale,e aveva chiesto espressamente alla figlia di passare a prenderla per andare insieme nella chiesa lettone di roxbury.Conoscendola ,era impensabile che avesse dimenticato l'appuntamento, e jarvis,dopo essersi consultata con alcuni vicini di casa decise di buttare giu' la porta,temendo che la madre fosse caduta o avesse avuto un malore.La trovarono nella camera da letto.Indossava solo una vestaglia,la cui cintura le era stata stretta intorno al collo con un doppio nodo piano,fino a soffocarla.Risulto'poi che era stata violentata,e che dall'appartamento non era stato portato via alcun oggetto di valore,ne del denaro.Non c'erano tracce di scasso,sulla porta e sulle finestre,quindi era stata la donna a far entrare il suo assassino.Anna vedova,nessun legame sentimentale,era un tipo schivo e riservato,non aveva nemici,e gli investigatori non riuscirono ad ipotizzare un movente che avesse potuto spingere qualcuno a brutalizzarla e ucciderla.Un delitto che nella sua apparente casualita' sembrava destinato a rimanere irrisolto.Sabato 30 giugno,la seconda vittima.NINA NICHOLS,una vedova di 68 anni,fisioterapista i pensione e infermiera part-time,quel pomeriggio rientro' nella sua casa di comonwealth avenue,dopo essere stata per qualche giorno ospite di alcune amiche fuori citta'.Telefono' alla sorella marguerite,per avvertirla del suo rientro,e a un certo punto interruppe la conversazione dicendo che stavano suonando alla porta.Nina non richiamo',ne' rispose quando la sorella le telefono' piu' tardi.Preoccupata,marguerite chiamo' allora il portiere del palazzo in cui viveva nina e gli chiese di andare a controllare.Il portiere aveva una chiave di riserva dell'appartamento,e quando entro' trovo' la signora nichols in camera da letto,ormai senza vita.Era seminuda,l'assassino le aveva strappato con violenza gli indumenti intimi,poi l'aveva violentata e infine strangolata,usando due calze di nylon,legate con un doppio nodo piano.Nessun segno di affrazione,su porta e finestre.E anche se tutto era in disordine,come se qualcuno avesse rovistato ovunque,non era stato rubato assolutamente nulla.Le analogie tra gli assassini di ANNA SLASERS e NINA NICHOLS non sfuggirono agli investigatori.Le modalita' dei delitti erano identiche,le affinita' tra le vittime erano evidenti(vivevano sole,erano di eta' avanzata),sembrava che a uccidere fosse stata la stessa mano,anche se non risultava alcun legame diretto o indiretto che potesse collegare le esistenze di anna e nina.Il 2 luglio fu rinvenuto il cadavere della terza vittima.Si trattava di helen blake,65 anni infermiera in pensione.Anche lei viveva sola, a lynn un sobborgo di boston,e a dare l'allarme furono due sue vicine di casa,notando che da un paio di giorni non usciva di casa.La polizia la trovo' sul letto,nuda strangolata con calze di nylon e il reggiseno legato con il solito doppio nodo piano.Come le precdenti vittime era stata violentata,e l'autopsia stabili' che il decesso risaliva a 48 ore prima,lo stesso giorno in cui era stata ammazzata nina nichols.A quel punto MCNAMARA,il capo della polizia si convinse di trovarsi di fronte a un folle omicida che in tre settimane aveva violentato e uccise tre donne,e che presumibilmente non si sarebbe fermato.Oltre che a mobilitare i suoi uomini,mcnamara si rivolse anche a psichiatri,studiosi di criminologia e sensitivi,per cercare di tracciare un profilo di quel mostro che intanto gia' i giornali la radio e la televisione oltre che l'opinione pubblica lo avevano gia' etichettato come lo "strangolatore di boston".Chi poteva essere dunque quest'uomo che violentava e uccideva donne anziane che vivevano sole in casa?un folle naturalmente.Ma solo scoprendo l'origine e la natura di questa sua pazzia si sarebbe potuto,forse,restringere il cerchio fino a individuarlo e catturarlo.Con la collaborazione dell'fi furono controllati gli archivi della polizia,passando al setaccio i pregiudicati per reati sessuali e gli squilibrati che avevano avuto a che fare con la giustizia.Tutti vennero interrogati e alcuni messi sotto sorveglianza.Ma tra questi inspiegabilmente non figurava ALBERT DE SALVO,che pur essendo una vecchia conoscenza della polizia(e nel dossier che lo riguardava era sottolineata la sua "personalita' psicopatica") non venne presa in alcuna considerazione.Una "svista"che probabilmente costo' la vita alle altre dieci vittime dello strangolatore di boston.Il delitto numero 4 venne commesso il 19 agosto,ma fu scoperto il 21.ISA IRGA,75anni,vedova abitava da sola in un appartamento in grove street e conduceva una vita molto ritirata.A scoprire il cadavere fu ronya la sorella della vittima,preoccupata dal fatto che isa non rispondeva al telefono da un paio di giorni.Come negli altri casi l'appartamento era stato messo a soqquadro ma non era stato rubato nulla.L'assassino aveva denudato la sua vittima strappandole gli indumenti intimi con violenza,poi l'aveva violentata ripetutamente e per strangolarla aveva usato la federa di un cuscino,stretta con l'immancabile doppio nodo piano.Sembrava che con quest'ultimo dettaglio il mostro volesse firmare i suoi delitti.La polizia brancolava nel buio,mentre stampa e televisione oltre che informare finivano spesso per alimentare il panico,creando un autentico clima di terrore con macabre descrizioni dei delitti,o dando spazio e risalto a voci incontrollate,a strampalate ipotesi agli immancabili mitomani.Ma anche se la citta' di boston,sembrava in stato d'assedio,e se tutte le donne di una certa eta' ormai non aprivano la porta neppure alla polizia,il 30 agosto venne trovata la vittima numero cinque.L'infermiera JANE SULLIVAN,67 anni vedova,fu rinvenuta cadavere nel suo appartamento di columbia road.Dall'esame autoptico risulto' che era stata violentata e strangolata una decina di giorni prima.La mossa che la poliia fece subito dopo la scoperta del quinto delitto fu inattesa e sconcertante.Sul quotidiano di boston piu' diffuso venne pubblicato questo appello allo strangolatore:"non uccidere piu',sei un uomo malato e hai bisogno del nostro aiuto".Fu il capo della polizia mcnamara a prendere questa iniziativa,su suggerimenti degli psicologi e degli psichiatri che collaboravano alle indagini.A molti quella iniziativa parve una dichiarazione di impotenza e di resa da parte delle autorita'.E poi come l'avrebbe presa lo strangolatore vedendosi trattare da malato,da povero demente?C'era pur sempre il rischio che la sua furia omicida anziche' placarsi,crescesse ulteriormente.MCNAMARA,che si stava giocando la carriera ed era ormai ossessionato dall'idea di mettere le mani sul mostro,probabilmente avrebbe fatto anche un patto col diavolo e sarebbe ricorso a qualsiasi cosa pur di chiudere il caso.Forse neppure lui si aspettava che l'appello avesse qualche effetto,ma gioco' anche quella carta.Cosi' come,in seguito si rivolse a veggenti e sensitivi pur essendo stato sempre scettico in materia.E squinzaglio' i suoi uomini su ogni pista,anche su quelle piu' improbabili,come nel caso di una certa MARGARET CALLAHAN che accuso' uno stimato medico di essere lo strangolatore,ma poi si accerto' chela donna era stata una sua amante e si voleva vendicare accusandolo ingiustamente.Con il senno di poi possiamo dire che la polizia perse tempo e spreco' energie,in quell'indagine,per cercare di tracciare un profilo psicologico del mostro partendo con il piede sbagliato.Pe capire chi potrebbe essere il "mostro"si tento' di individuare un denominatore comune tra le vittime:le prime cinque erano tutte anziane,vivevano sole,alcune di loro avevano fatto l'infermiere.Ma queste caratteristiche vennero a mancare in molti dei delitti successivi,e il mostro confesso' poi,che la scelta delle vittime da aggredire era sempre occasionale.Poi si cerco' di dare un significato al fatto che lo strangolatore rovistava nelle case delle vittime come se cercasse qualcosa,senza mai portare via nulla.Ma a quando pare si trattava solo di una reazione nervosa,quas un modo per scaricare la tensione dopo l'esplosione di violenza dello stupro e dello strangolamento.E anche la firma dei delitti,quel doppio nodo piano,fece ammattire poliziotti e psichiatri:che cosa rappresentava?.Rivelava forse la professione del mostro,o una particolarita' del suo carattere?a questo proposito durante la confessione fatta a JOHN BOTTOMLY,ALBERT DE SALVO,preciso',non ho mai pensato di lasciare una firma,e' solo un tipo di nodo che mi e' abituale,lo facevo spesso anche giocando con mia figlia judy perche' a lei piaceva.Ma torniamo all'agghiacciante sequenza di omicidi.Dopo la pubblicazione di quell'insolito appello ai primi di settembre,lo strangoatore rimase inoperoso per tre mesi,e quando torno' in scena lo fece in modo da scombussolare tutte le teorie pazientemente messe a punto da poliziotti,psicologi e criminologi.La vittima numero sei fu SOPHIE CLARK,una studentessa di colore ventenne.Oltre a non essere anziana e di pelle bianca,sophie differiva dalle altre vittime anche per il fatto di non vivere da sola.La ragazza divideva l'appartamento con altre due studentesse.E' fu una di queste rientrando a casa di sera trovo' la ragazza senza vita.Per strangolarla,dopo averla violentata,il mostro aveva fatto una specie di fune con le calze di nylon e le mutandine della vittima,unendole con i caratteristici doppi nodi piani.Qualche investigatore ipotizzo' che a uccidere sophie potesse essere stato un altro uomo,un folle imitatore dello strangolatore.Ma vagliando ogni elemento,apparve chiaro che lo stile criminale era lo stesso,che erano troppi i dettagli che coincidevano con le caratteristiche dei precedenti delitti.Lo "strangolatore"di boston aveva colpito ancora,l'unica differenza era che aveva cambiato bersaglio ed era passato dalle vecchiette alle ragazze.Una tendenza confermata dal delitto numero sette,compiuto il 31 dicembre 1962.La vittima era PATRICIA BISSETTE,una studentessa bianca di 23 anni.Venne violentata e uccisa nel suo appartamento,a park drive,e per strangolarla furono usate le consuete calze di nylon,legati con doppi nodi piani a una camicetta di sete.Rispetto agli altri delitti c'erano due fattori insoliti:la ragazza era al primo mese di gravidanza,e il cadavere era stato composto sul letto e coperto con un lenzuolo,invece di essere lasciato nel luogo(generalmente il pavimento)e nella posizione in cui s'erano consumati la violenza sessuale e l'omicidio.Forse lo strangolatore,per la prima volta,aveva provato un moto di pieta' nei confronti della vittima.Anche l'ottavo omicidio della serie 8 maggio 1963 presento' una anomalia,nel modus operandi dell'assassiono,che allo strangolamento aggiunse l'accoltellamento.BEVERLY SAMANS,23 anni,cantante di lirica,fu trovata senza vita dal fidanzato,nel suo appartamento di university rooad,a cambridge.La ragazza era stata strangolata con una calza di nylon e due fazzoletti,uniti dagli immancabili doppi nodi piani,e pugnalata quattro volte alla gola e diciotto al seno sinstro.Per la polizia non c'erano dubbi sul fatto che tutti questi orrendi crimini fossero opera della stessa mano,ma ora,di delitto in delitto,lo strangolatore si comporava in maniera diversa e questo non poteva che confondere ancora di piu' le indagini.E un giorno,durante una delle estenuanti riunioni di investigatori e psichiatri,mentre si intrecciavano le ipotesi sulla personalita' dell'inafferrabile assassino,mcnamara grido'"ve lo dico io chi e''",si tratta di un pazzo bastardo che si diverte a violentare e ad ammazzare le donne,e questa e' l'unica cosa certa che siamo riusciti ad appurare in un anno di indagini.Il non delitto fu commesso l'8 settembre a salem,a pochi chilomeri da boston.La vittima era EVELYN CORBIN,58 anni,e fu una vicina di casa a rinvenire il cadavere.Evelyn era stata barbaramente violentata,e per impedire che urlasse l'assassino le infilo' una mutandina in bocca,L'aveva poi strangolata con due calze di nylon,annodate al solito modo,e stranamente le aveva un'altra calza alla caviglia sinistra.Il decimo delitto avvenne due mesi piu' tardi,il 23 novembre del 1963,il giorno dopo l'assassinio del presidente JOHN KENNEDY a dallas,JOANN GRAFF,una disegnatrice di 23 anni,fu violentata e uccisa nel suo appartamento a lawrence,un sobborgo di boston.Per strangolarla il mostro uni' con i doppi nodi piani due calze di nylon e una calzamaglia.Ed eccoci al 4 gennaio del 1964,il giorno dell'ultimo delitto dello "strangolatore di boston".L'undicesima della serie,secondo il computo della polizia.Iltredicesimo secondo l'elenco che poi l'assassino forni' nel corso della sua confessione.MARY SULLIVAN con i suoi 19 anni fu la piu' giovane vittima del mostro.Aiuto infermiera al cape cod hospital,mary fu violentata e uccisa nel suo appartamento di charles street che divideva con due colleghe.Lo strangolamento avvenne con due sciarpe di seta annodate alla solita maniera doppio nodo piano,ma in questo caso l'assassino infieri' sulla sventurata ragazza con inaudita violenza,usando anche un manico di scopa.Com'era ormai inevitabile,visto che le indagini non avevano portato ad alcun risultato,e lo strangolatore continuava ad ammazzare il capo della polizia MCMANARA fu rimosso dall'incarico.Ad avocare l'inchiesta fu GERALD EDWARD W. BROOKEjr,il procuratore generale dello stato del massachussets,affidando la direzione al suo vice JOHN BOTTOMLY,un brillante avvocato di 42 anni.Ma anche la nuova strategia di indagine di bottomly fini' per ricalcare gli errori di mcnamara.Vennero ripresi in esame i fascicoli di circa 500 squilibrati,schedati dalla polizia a boston e in tutto lo stato,che avevano attitudine a commettere reati a sfondo sessuale,ma anche questa volta fu trascurato il dossier su ALBERT DE SALVO,credendo in fine che lo strangolatore fosse un incensurato.Infine si chiese la consulenza di PETER HURKOS,un noto sensitivo tedesco.Ma in sostanza si continuo' a brancolare nel buio,creando periodicamente grossi problemi a qualche malcapitato che veniva sospettato,torchiato e scarcerato quando ormai stampa e televisione lo avevano etichettato come il mostro di boston.A complicare ulteriormente la situazione contribui' il professore DONALD KENEFICK uno degli psichiatri di maggior fama che attribui' allo strangolatore solo i primi cinque delitti,quelli in cui le vittime erano tutte anziane.Gli altri sei invece dovevano essere opera di singoli assassini che per sviare le indagini avevano imitato in modo di agire dello strangolatore.Ma se la polizia non era riuscita ad acciuffare un unico strangolatore,sembravano davvero scarse le probabilita' che ne catturasse una dozzina di imitatori.Sta di fatto che parenti e amici e conoscenti delle ultime sei vittime vennero messi sotto torchio,senza che si riuscisse a trovare una benche' minima prova a carico di uno di loro.Lo strangolatore di boston sarebbe mai stato identificato,se avesse ripreso a fare una vita normale,se non fosse finito nelle mani della giustizia per un alro reato,e se non avesse poi deciso di confessare i suoi delitti?.No la sua identita' molto probabilmente sarebbe rimasta un mistero come quella di jack lo squartatore.Furono dunque il caso e soprattutto la volonta' dell'assassino a chiarire un caso che forse la polizia non sarebbe mai riuscita a risolvere.La svolta avvenne nel mese di ottobre del 1964,a nove mesi dall'ultimo delitto.Una notte MOLLY BRIDGES,una studentessa di cambridge,si sveglio' e si accorse della presenza di un uomo nella sua stanza.Era un uomo sulla trentina,alto,bruno e dai lineamenti marcati,che indossava una tuta da lavoro di colore verde.Molly fu ridotta facilmente all'impotenza,e l'uomo dopo averla legata la violento'.Poi,dopo aver mormorato mi dispiace si eclisso'.La ragazza diede alla polizia una descrizione dell'aggressore cosi' dettagliata da poter realizzare subito un identikit,che fu poi confrontato con le fotografie dei pregiudicati.E' risulto' molto somigliante alla foto segnaletica di un certo ALBERT DE SALVO,dove molly in un secondo tempo lo identifico' anche con un doppio confronto,prima udendone solo la voce,poi additando la sua foto tra centinaia di criminali.L'uomo venne incriminato,ma in attesa del processo ottenne la liberta' su cauzione.Nelle settimane precedenti si verificarono altre aggressioni nel connecticutt,e tutte le donne violentate descrissero un uomo con una tuta verde di lavoro e che aveva caratteristiche fisiche e somatiche di albert de salvo.LEO DAVENPORT,un sergente della polizia di cambridge che in passato aveva gia' arrestato de salvo,piombo' nella sua casa a malden,nei sobborghi di boston e lo arresto'.E albert parve crollare di colpo,durante il primo interrogatorio,confessando oltre 300 stupri compiuti nel massachussets e negli stati vicini,dal connecticutt al new hampshire e al rhode island.Stampa e televisione diedero risalto al caso dell'uomo dalla tuta verde,ma nessuno immaggino' che di li a poco la sua torbida storia di stupri si sarebbe unita e fusa con quella ben piu' nota e sanguinaria della strangolatore di boston.Se non si penso' subito che lo stupratore arrestato e l'inafferrabile strangolatore potessero essere la stessa persona fu perche' sembravano avere delle personalita' criminali assai distinte:il primo si limitava a violentare il secondo uccideva.Ma chi era dunque,questo ALBERT DE SALVO?nato nel 1931,era sposato con IRMGAD,una giovane donna di origine tedesca,e aveva due figli ancora in tenera eta',judy,affetta da poliomelite,e michael.De salvo apparteneva a una famiglia numerosa,di umili condizioni.Il padre un uomo violento,aveva finito per abbandonare moglie e figli,e albert era cresciuto per strada.Era ancora un ragazzino quando aveva avuto il primo contatto con la legge,finendo in riformatorio per furto.Era rimasto uno sbandato fino a quando si era sposato,poi sembrava aveva messo la testa a posto trovando lavoro in una fabbrica.Ma nel 1960 nella mente di albert de salvo doveva essere accaduto qualcosa di cui nemmeno lui si era reso conto di cosa si trattasse.Aveva incominciato ad avvertire l'impulso di introdurso nelle case di giovani donne,facendosi passare per un incaricato di una agenzia di modelle e,armato di un metro,prendeva loro le misure.Il 17 marzo del 1961 venne sorpreso dalla polizia mentre cercava di entrare nella casa di una ragazza,forzando una finestra.Processato per violazione di domicilio venne condannato a due anni di carcere.Durante la detenzione fu sottoposto a una visita psichiatra,da cui emerse la sua personalita' psicopatica.Nell'aprile del 1962 venne pero' rimesso in liberta' per buona condotta.E il 14 giugno di quello stesso anno commise il primo omicidio uccidendo anna slesers.Aveva incominciato ad avvicinando delle ragazze e limitadosi a misurarle con un metro prendendole le formi,poi si era introdotto furtivamente nella casa di una ragazza presa di mira,forse per spiarla,e infine in lui era scoppiata la follia e aveva iniziato a violentarle ed ammazzarle per prima donne di una certa eta'.Nel giro di due anni era stato un maniaca guardone pero' innocuo e infine un assassino.E nei due anni successivi avrebbe continuato a commettere orrendi delitti,riuscendo tuttavia a condurre un'esistenza apparentemente normale,lavorando regolarmente e comportarsi da padre e marito affettuoso.IRMGARD sua moglie era rimasta scossa dalla nascita della loro figlia judy,condannata dalla pliomelite,e da allora era stata molto fredda nei confronti del marito.Nom era da escludere che,nella mente comunque malata di albert,la crisi coniugale avesse contribuito a spingerlo lentamente alla follia.Sul finire del 1964,dunque,l'uomo dalla tuta verde si trovava nelle mani della giustizia,ed era ormai dall'inizio di quell'anno che lo strangolatore di boston non entrava in azione.La coincidenza colpi' JOHN BOTTOMLY e gli altri investigatori,se non altro perche' tendevano istintivamente a seguire tutte le piste,ma questa venne resa impraticabile dai medici dell'istituto psichiatrico di bridgewater,dove era ricoverato in osservazione,perche' esclusero che albert de salvo avesse istinti omicidi,secondo loro era portato a violentare le donne non ad ammazzarle.Qualche mese dopo ALBERT DE SALVO fu trasferito nel carcere di cambridge,e la' inizio' a dare segni di squilibro mentale e tento' ripetutamente di togliersi la vita.Poi sembro' calmarsi,e strinse amicizia con un altro detenuto,GEORGE NASSAR,in carcere anche lui per omicidio.E fu' a nassar che albert fece la sua prima confessione,ammettendo di essere lo strangolatore di boston.GEORGE NASSAR si confido' con il suo avvocato,LEE BAYLEY,dicendo che de salvo aveva parlato di delitti anche con un altro detenuto e con un amico andato a fargli visita.L'avvocato bailey ebbe un colloquio con da salvo,che gli confermo' la sua confessione,e decise di mettere al corrente le autorita' inquirenti.John bottomly rimase sconcertato,udendo la confessione di de salvo che l'avvocato aveva registrato.Se quell'uomo era veramente lo strangolatore,tutti quelli che avevano indagato sulcaso avrebbero fatto una figuraccia enorme sapendo che de salvo era un pregiudicato con reati sessuali uno squilibrato,e nessuno si era mai preso la briga di controllarlo.Ma anche se la confessione sarebbe risultata veritiera,non sarebbe servita a nulla,legalmente,dal momento che de salvo era considerato un malato di mente.Pur essendo cosciente di non poter usare in tribunale le dichiarazioni di de salvo,bottomly decise lo stesso di interrogarlo.Voleva arrivare alla verita',se non altro per capire se davvero lo strangolatore era finito in gabbia,se non avrebbe piu' terrorizzato le donne di boston,e se quell'astenuante e allucinante indagine avrebbe potuto finalente chiudersi.ALBERT DE SALVO collaboro' senza dare problemi,la sua fu una confessione esauriente sotto ogni profilo.Racconto' i delitti in ogni minimo particolare,a olte con di stacco,altre con grande partecipazione emotiva.E tutto sembrava quadrare alla perfezione,perche' albert citava dei dettagli noti solo alle forze di polizia e naturalmente all'assassino.Il 30 giugno del 1966 venne celebrato uno dei processi piu' anomali della storia giudiziaria americana.Albert de salvo fu processato come "l'uomo della tuta verde"e gli vennero addebitati solo quegli stupri che erano dimostrabili con prove inconfutabili e con testimonianze dirette delle vittime.In quel caso per condannarlo non occorreva una sua confessione,che non avrebbe avuto valore legale essendo l'imputato insano di mente.Tutti ormai sapevano che de salvo era anche lo "strangolatore di boston",ma in aula nessuno ne fece cenno.Non c'erano prove,testimonianze,e non si poteva tener conto della sua dettagliata confessione.L'america a suo tempo aveva incastrato AL CAPONE solo per frode fiscale,e ora si liberava di un mostro sanguinario condannandolo per violenza sessuale.L'importante era toglierlo dalla circolazione,anche se almeno ufficialmente non avrebbe pagato per i suoi delitti.La sentenza fu ambigua,come lo era stato il processo:albert de salvo venne internato nell'istituto psichiatrico di BRIDGWATER,e venne stabilito che sarebbe stato trasferito in carcere solo quando i medici lo ritenevano in condizioni mentali tali da poter subire la detenzione.In quanto al periodo che sarebbe rimasto in un penitenziario,non sarebbe stato inferiore ai vent'anni,ma non era indicato un limite massimo.In sostanza era come se lo avessero chiuso e buttato via la chiave,perche' il destino di de salvo era legato alla discrezionalita' degli psichiatri e dei giudici,e c'era da aspettarsi che non lo rimettessero mai in liberta',sapendo che era lo strangolatore di boston.A bridgewater rimase fino al 1971,poi fu trasferito nella walpole state prison del massachussets.Il 26 novembre 1973,all'eta' di 42 anni.albert de salvo fu ucciso con sedici coltellate da un altro detenuto per ragioni rimaste oscure,Ora il caso dello "strangolatore di boston"poteva dirsi veramente chiuso,e giustizia in qualche modo era stata finalmente fatta.....IL CASO E' CHIUSO


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